
Nella mia esperienza lavorativa mi sono imbattuto molto spesso con la partecipazione a gare di appalto per l’aggiudicazione di servizi utili e primari per la società civile: mi riferisco in particolare a gare di appalto per servizi legati al settore sociale e sanitario.
Queste gare erano costruite con il criterio che privilegiava in apparenza la qualità del servizio al quale veniva assegnato un punteggio maggiore rispetto al prezzo; ma spessissimo però, pur avendo i partecipanti punteggi più alti sulla qualità, tutto veniva azzerato perché il prezzo più basso aveva la meglio sempre su tutto.
In passato poi dove tale percentuale veniva spostata più sulla parte economica, si assisteva al paradosso che le gare venivano vinte da associazioni/enti che ottenevano un punteggio elevato sulla parte qualitativa, ma ciò era completamente ignorato perché poi appunto il prezzo inferiore di un altro partecipante portava a far aggiudicare la gara all’offerta economicamente più vantaggiosa. In più chi si aggiudicava la gara, per fare un prezzo più basso, adottava metodi non troppo legali ad esempio per retribuire il personale non applicava interamente il contratto collettivo di riferimento, ignorava l’aspetto della formazione del personale e quello della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Partendo dal presupposto che credo fermamente che determinati servizi non dovrebbero assolutamente essere aggiudicati mediante gare di appalto, mi sembra di vedere uno spiraglio positivo all’orizzonte per quanto riguarda la politica delle gare dell’amministrazione Merola.
Infatti lo scorso anno è stato siglato un protocollo e cito il protocollo stesso con “ l’obiettivo di rafforzare nel Comune di Bologna il contrasto alla concorrenza sleale, ai tentativi di corruzione/concussione, alle turbative d’asta, alle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata da parte di imprese irregolari e di cooperative spurie, nel territorio, nonché di promuovere il lavoro regolare, la coesione sociale e l’efficienza nella realizzazione e/o nello sviluppo delle procedure per l’assegnazione di lavori, servizi e forniture pubbliche”.
Tra i punti più rilevanti di questo protocollo mi piace ricordare l’introduzione di uno strumento definito “rating di legalità” uno “strumento utile all’amministrazione per individuare un bacino di imprese oneste e qualificate” rilasciato dall’autorità Garante della concorrenza e del mercato alle imprese che dichiarino di avere determinati requisiti.
Il Rating è volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale, tramite l’assegnazione di un giudizio sul rispetto della legalità da parte delle imprese partecipanti.
Al riconoscimento di un sufficiente livello di rating di legalità -convenzionalmente misurato in “stellette” – , l’ordinamento ricollega vantaggi in sede di concessione di finanziamenti pubblici e agevolazioni per l’accesso al credito bancario.
Ebbene questo elemento è introdotto nelle varie contrattazioni/gare del Comune di Bologna.
Cito ancora un altro punto fondamentale introdotto in questo protocollo: “dare centralità nelle procedure di gara al fattore lavoro”. ”Il Comune di Bologna si impegna a tale scopo ad inserire, quale condizione di esecuzione dell’appalto, nei bandi di gara di affidamento di servizi da riaffidare, la clausola sociale di salvaguardia di riassorbimento di manodopera per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici”. Si tratta di un impegno importante dal punto di vista economico e giuridicamente delicato perché ciò presuppone l’impegno da parte delle imprese subentranti di assumere, qualora ve ne fosse necessità e compatibilmente con la propria organizzazione, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che lavoravano presso l’impresa uscente, a prescindere dal CCNL di riferimento.
In ultimo il “Il Comune di Bologna si impegna inoltre ad inserire nei bandi di gara anche la clausola per l’inserimento lavorativo delle persone in condizione di svantaggio, tranne nei casi ove fosse chiaramente incompatibile con la natura del lavoro o del servizio o con la clausola sociale di salvaguardia di riassorbimento di manodopera e in caso di lavoro aggiuntivo. Nei casi di incompatibilità, il Comune di Bologna si impegna a valutare l’inserimento di elementi premiali facoltativi (e non obbligatori) tra i criteri oggetto di valutazione per la parte tecnica attraverso punteggi specifici relativi all’inserimento lavorativo di personale socialmente svantaggiate”.
Mi sembra quindi un enorme passo avanti che tale amministrazione vuole perseguire, passo verso la legalità e trasparenza in un mondo invece dove vengono ancora “premiati” e presi ad esempio i furbetti di turno che senza vergogna continuano ad agire indisturbati a scapito della società onesta e civile.

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